Previsti dagli organizzatori oltre mille manifestanti. Ecco le motivazioni della protesta, il percorso del corteo e le ragioni di chi dice NO alla fiera della vanità dem che racconta un'Italia che non c'è... in una Catania sempre più al collasso Hanno lanciato un invito a tutti i cittadini che bocciano senza se e senza ma il partito che governa la città e il Paese. L'appuntamento è fissato per domenica prossima quando a Catania arriverà il premier Renzi per chiudere la Festa nazionale dell'Unità. Tante le sigle che animano la mobilitazione sotto un'unica bandiera: “Cacciamo Renzi e tutta la cricca”. Ci sono NOMUOS, NOTRIV, COBAS, USB, FIOM, ARCI, le reti antirazziste, i centri sociali e i comitati in difesa della Costituzione. Una manifestazione aperta ai politici d'opposizione, tra cui ci si aspetta di vedere esponenti del PCI, del M5S e di Catania Bene Comune. Secondo gli organizzatori, dovrebbero essere più di mille a sfilare da piazza Iolanda ai cancelli di Villa Bellini. Al centro della protesta, sia la politica nazionale sia la disastrosa gestione del territorio catanese e regionale. NO alla precarizzazione del lavoro, NO alla "Buona scuola", NO allo "Sblocca Italia", NO al Jobs act, NO alla militarizzazione delle città, NO al Muos. Naturalmente, NO al referendum costituzionale. "A Catania si registra una disoccupazione altissima e altri problemi enormi ma il sindaco pensa al muro da 1 milione di euro del Tondo Gioeni e alla pista ciclabile. Siamo stanchi di manovre populiste che non servono a nulla", dice a SUD Press Simone Bellino, tra gli ideatori della manifestazione. Quella stessa pista ciclabile lodata dalla responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi al fischiatissimo" >incontro sulla riforma scolastica: "Vedo il sindaco Enzo Bianco, hai fatto delle piste ciclabili meravigliose. La differenza tra una città europea e una del Maghreb si vede sulle piste ciclabili, fanno la qualità della vita delle persone". A credere che a determinare la "qualità della vita" siano altri fattori che nulla hanno a che fare con le piste cicabili ci sono tanti catanesi. Quelli sotto la soglia della povertà, per esempio, o quelli costretti all'esodo come i docenti. "La riforma 107 ha snaturato la scuola pubblica e non garantisce né trasparenza né equità, azzera l'anzianità di servizio di chi lavora da anni, ha imposto una mobilità forzata e promuove lo sfruttamento minorile degli studenti", spiega Claudia Urzì, insegnante e sindacalista USB che però non limita all'ambito scolastico la fallimentare politica dem. "Contestiamo l'intero operato del governo. Bianco è responsabile di due decisioni molto gravi: aver detto sì all'apertura della sede di Frontex a Catania e aver consentito la kermesse nazionale del PD che non ha nessun clima di festa. E' il flop del confronto dato che all'ingresso di A proposito di mancanza di democrazia, la vigilia della festa è stata caratterizzata dalla polemica con l'ANPI. "Il governo applica una politica antipopolare e guerrafondaia", accusa Alfonso Di Stefano, coordinatore regionale dei comitati NOMUOS sottolineando che oltre 200 attivisti impegnati contro l'impianto di Niscemi "stanno ricevendo le comunicazioni di rinvio a giudizio per le pratiche di disobbedienza civile messe in campo dal 2013". "Il dramma è che tutti i conflitti sociali, anche le più banali rivendicazioni sono viste come un problema di ordine pubblico. Questo sta riguardando tutte le forme di opposizione sociale. Per questo, la contestazione nazionale del 2 ottobre a Niscemi contro il MUOS e la guerra lancerà un autunno caldo".
Villa Bellini si fa una rigidissima selezione su chi può entrare e chi no".